Scouting Albania 4-12 giugno 2011

Partitiiiii!!!
Siamo ad 8 km dal casello di Imola. Direzione Ancona. Steno guida e io mi annoio; quindi scrivo.
Ho fame.
Primo autogrill sosta colazione.
A piu’ tardi.
😀

Buon giorno e buona colazione a tutti dall’hotel Vila Bimbli nella cittadina di Pogradec che si affaccia sul lago Ohrid al confine con la Macedonia.
Anche ieri pomeriggio ci siamo beccati un bel temporalone che ci ha obbligati ad interrompere l’esplorazione, causa fango in carreggiate profonde. Gli IFA (i camion dei boscaioli) sono dei distruttori di sentieri.
Questa mattina andiamo a pianificare un po’ di cose con il Sindaco di Pogradec. Diciamo un paio di cose su questa città.
Ci si arriva discendendo montagne ricoperte di boschi. Il primo impatto non è dei migliori. I quartieri periferici assomigliano a Beirut sotto assedio, poi, percorrendo poche centinaia di metri ci si ritrova in una specie di viale Ceccarini (per chi non lo sa è uno splendido viale per il passeggio, situato a Riccione).
La popolazione è affabile, come al solito, nessun problema. Non mi stancherò mai di ricordarvi che questo paese è estremamente predisposto all’accoglienza del turista.
Lascio la parola a Steno.
Un salutone a tutti.

Ciao a tutti dalla terra delle aquile, non posso che essere grato a Malaspo di avermi fatto conoscere questo paese, ero un’po’ scettico prima di partire ma devo dire che i racconti da Lui fatti dalle precedenti esperienze si sono interamente confermati. Ora che dire, off road a go go
ogni giorno cose nuove STUPENDO!!!!!!!!!!!! ci sarebbe in soli tre giorni da scrivere un libro su tutti gli episodi piu’ o meno importanti che ci sono capitati vi raccontero’ alle prossime puntate.
Un saluto a tutti ………….see you soon…….

Vi racconto cosa è successo al nostro piccolo gruppetto di fuoristradisti italiani, appena entrati in Albania:

Domenica 5 giugno 2011
Ingresso in Albania.
Eccoci qua. Superata la frontiera greca, raggiunta quella albanese e ritrovati i doganieri della scorsa volta. Un incontro tra vecchi amici. 2 bocce di ottimo Trebbiano e la frontiera è velocemente superata.
Dopo aver fatto l’assicurazione temporanea per il veicolo, ci dirigiamo al primo distributore di carburante. Qui Malaspo deve consegnare una boccia di vino al proprietario.
Ci fermiamo, parcheggiamo, Marco fa gasolio Steno si mette in attesa del suo turno ed Africa pure…Patatracchete sbarabagangdum…
Vi ricordate le vecchie fosse dove una volta i meccanici facevano il cambio olio e manutenzione auto???
Bene. Il benzinaio ne ha una nel piccolo piazzale. Tale fossa risulta segnalata da inesistente linea di pittura gialla.
Avete presente un Defender grigio scuro con lampeggiante sul tetto e due uomini in divisa? Trattasi di pattuglia di Polizia Stradale albanese.
I due sfortunati Tutori dell’Ordine, non hanno visto la buca di forma rettangolare e, dopo esserci saliti sopra, hanno iniziato a curvare verso sinistra. Risultato: ruota anteriore destra a penzoloni nel fossato; ruota posteriore destra con metà battistrada nel vuoto e metà sul bordo del fossato; i due malcapitati, completamente attoniti, all’interno dell’abitacolo inclinato. Nel bar della stazione di servizio, una decina di albanesi che ridono e cinque italiani che dopo un primo momento di perplessità, si rimboccano le maniche e decidono di darsi da fare per estrarre il Defender.
Finalmente Steno inaugura il suo winch, mettendo in trazione verso destra l’assale posteriore del Defender, mentre Marco con la binda tenta di sollevare l’assale anteriore. Nella concitazione del momento, tutti danno consigli. Un po’ come succede da noi, ma con la differenza che i suggerimenti vengono fatti in italiano, albanese ed inglese. Ognuno parla la lingua che meglio conosce, incurante della nazionalità del suo interlocutore. Invece della Torre di Babele, la Buca di Babele.
Occorrono diversi tentativi e con l’aiuto di un numero imprecisato di persone che tirano, spingono, sollevano la carrozzeria del povero Defender, alla fine riusciamo a rimettere in strada il veicolo.
Raki per tutti offerto dalla Pattuglia della Stradale albanese. Risate e sfotto, abbracci e vigorose strette di mano.
Siamo in Albania e da oggi abbiamo dei nuovi amici in divisa.

E bravo Steno.
Lascia perdere, Ti sei comportato benissimo pure tu. Al limite, una piccola delusione ci è stata data dalle tue gomme. Sul fango avevano pochissimo grip.

Ma vogliamo raccontare dei motociclisti della Repubblica Ceca (venivano da lì, vero Steno?)
Stavamo risalendo uno sterrato piuttosto ripido e dal fondo sconnesso, in mezzo ad una stretta e bellissima vallata.
Ad un certo punto troviamo due motociclisti stranieri, fermi, che si ristorano. Al nostro passaggio ci salutano e ci urlano un qualche cosa che interpretiamo in questo modo: ” Seven motocaro, giù seven motocaro”. I loro compagni di viaggio, devono essere ancora di fronte a noi, impegnati nella discesa.
Procediamo lentamente, suonando in curva. Il tracciato sterrato diventa piuttosto ripido a salire.
Dopo poco più di un chilometro, usciti da un tornante, ci ritroviamo di fronte i sette motociclisti su grosse enduro stracariche di bagagli.
Noi procediamo a passo d’uomo in salita. Loro pure ma in discesa.
Il primo della fila frena ed appoggia i piedi a terra. La moto si inclina, si inclina, si inclina… dentro l’abitacolo del Discovery, Steno ed io assistiamo impotenti alla scena ed all’unisono: “No, no, no…tiella, tiella, dai, dai, cazzo cazzo!!!” inesorabilmente e quasi a rallentatore, la moto incomincia a cadere sul suo lato sinistro. A nulla servono gli sforzi del suo pilota, tra l’altro un marcantonio di ragazzone. Patatrac enduro a terra e pilota pure.
Steno non si è ancora fermato e continua ad avanzare verso il motociclista, a passo d’uomo. Il suo intento è quello di avvicinarsi il più possibile per poi scendere ad aiutare il malcapitato. Quest’ultimo, però, nella concitazione del momento non comprende le nostre intenzioni e, sdraiato a terra, con la gamba sinistra ancora sotto la moto, guarda il muso del Discovery. I suoi occhi sono spalancati, lo sguardo terrorizzato.
Steno si ferma e scendiamo al volo, il ragazzo tira un sospiro di sollievo. Il mostro meccanico di colore verde, non lo vuole più schiacciare.
Lo aiutiamo a sollevarsi ed arrivano i suoi amici, ridendo a crepapelle. Uno di loro ha una videocamera piantata sul casco ed incomincia a riprendere tutto e tutti.
Per rimettere in piedi la moto, ci adoperiamo in 5. E’ pesante come un macigno, per forza che non è riuscito a tenerla.
Danni quasi zero. Giusto la freccia direzionale anteriore sinistra, spenzola miseramente.
Con un po’ di nastro adesivo, Marco e Steno, fanno un piccolo capolavoro di restauro.
Pacche sulle spalle, strette di mano, scambio di commenti incomprensibili ed ognuno riprende la sua strada.
E’ quasi ora di pranzo. Dobbiamo cercarci un bel posto per un pic-nic.
😀